Attendo il mare
sulla riva, paziente.
Disegno clessidre col pugno,
librandolo in alto; controvento
cade, arcuandosi, la rena
costante e leggera.
Attendo il flutto che porta
gli umori del mare, con sé,
partecipe della grande volontà,
suo malgrado complice
del mio desiderio, libero
di annusare, toccare, ascoltare.
Ascolto le voci di amici
che non conosco o sono lontani,
che vivono o non più,
sempre presenti,
nella mia mente e nella mia vita;
sono sempre io, e parte di loro.
Respiro i loro affanni,
le loro risa, i loro miasmi,
le loro grida: la memoria
del presente, dell'eterno futuro.
Un pugno divino mi raccoglie
ormai sabbia, parte del tutto.
Un granello come tanti,
invisibile tra innumerevoli e
felice, di toccare ogni granello
dell'universo, toccando i vicini.
E' la gioia solitaria, immensa
di una vita comune.
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