giovedì 20 settembre 2012

8

Parallele o Convergenti? Meglio non esser Rette


Mio figlio Lorenzo ha pubblicato sulla sua bacheca di Facebook l'immagine che vedete. Non amo le "frasette", ma questa mi ha colpito per la semplicità, l'efficacia e l'assenza di presunzione. Direi, giocandoci, che è di una logica geometrica. Non condivido solo la sua tristezza di fondo, ma inutile sottilizzare e poi mi ha talmente ispirato che non mi sento di condannare nemmeno una virgola, la lascio com'è e passo oltre.

Se portiamo all'infinito il numero di rette, tante quante possono essere le vite sia umane che animali, vegetali, presenti sulla Terra e nell'Universo ecco che l'immagine diventa un caos di virtuoso potenziale pieno di convergenze e parallelismi. Una cosa banale se portato su sé stessi: la nostra vita continuamente incrocia le altre, ovviamente a volte percepiamo questi incroci, altre no ma avvengono. Capita di non percepire incroci che potrebbero essere importanti, cosa che fa la differenza tra chi è fortunato per dirla semplicemente, e chi no; forse gli sfortunati sono solo disattenti, distratti, pessimisti. Capita di volersi fermare su quell'incrocio, perché piace, lo troviamo appagante, ma è come se la retta fosse condannata al suo percorso all'infinito ed ecco che quel fermarsi è una costrizione che tramuta in sofferenza anche il più grande dei piaceri.

Sento da questo esempio come una condanna a proseguire, un ineluttabile destino pari allo scorrere del tempo. Come tutte le cose definite immutabili, se applicate alla nostra vita causano depressione, scoramento. Ecco però che la geometria ci viene in aiuto, il disegno contiene contra lege la soluzione. Inutile illudersi, lo scorrimento è unidirezionale, ma chi l'ha detto che si debba essere rette? La retta ai miei occhi diventa integralismo, ottusità, incapacità di cambiare opinione. Si dice - è una persona molto retta - e sarà mica un complimento quello! La rettitudine, altra parola(ccia) usata, che significa? La lingua comune non sbaglia, prestiamogli attenzione. Chiaro che una persona retta, dotata di rettitudine, è prevedibile, qualcuno direbbe affidabile, ma a quale prezzo? E' un bersaglio facile per gli altri, non ha alternative per sé stessa. Noia e conservatorismo.

Non si può tornare indietro, ma si può evitare di esser rette. Meglio essere linee curve, imprevedibili persino a se stessi. Possiamo incrociare le rette tutte le volte che vogliamo e diventiamo impossibili ai parallelismi. E con le altre linee curve? Be', con loro lo svago è assicurato, l'incertezza è totale, il bisogno di far lavorare il cervello con creatività costante.

La mia ambizione? Né retta né curva. Voglio essere Nuvola.
Robydixit


8 commenti:

  1. Molto interessante il concetto che due semplici linee rette posso far scaturire simili riflessioni.

    Tra l'altro... anche mio figlio si chiama Lorenzo! :)

    RispondiElimina
  2. un saluto a te e anche a tuo figlio allora, caro Alex. :)
    ciao

    RispondiElimina
  3. Posso dirlo amico mio? Lorenzo è un grande! Credo che il parallelismo (eheh appunto) fra le rette e la vita sia calzante al massimo! Anch'io in passato avevo pensato al rappresentare con due rette parallele coloro che non vogliono mai mettersi in gioco o cambiare opinione. Ce ne sono tanti! Ma, per un matematico come me, due rette parallele si incontrano all'infinito, per cui mai perdere la speranza di riuscire, col dialogo, a venirsi incontro. Io la penso così.
    Bel post Roby, un abbraccio

    RispondiElimina
  4. grazie nico! :)
    eh, non mi metto certo a discutere con te sulla materia. ma ci sono aspetti, diciamo così, "filosofici" che tu sai bene essere insiti. infinito è come dire mai, in fondo non è che l'opposto dello zero e infatti un numero diviso zero non fa appunto infinito? però come ben dici è un Mai a cui tendere, come un sogno, o un'utopia, che servono a motivare un'esistenza pur essendo obiettivi irraggiungibili.

    RispondiElimina
  5. Concordo sulla non rettitudine, anche in altri sensi: meglio non essere troppo retti (per non rischiare di essere rigidi e ottusi). E soprattutto non pensare col retto... :D

    RispondiElimina
  6. Condivido: la "rettitudine" non mi piace. Le rette poi sono infinite serie di punti...meglio le semirette che almeno si incontrato e formano angoli no? Senza andare troppo nella geometria filosofica (bella però l'immagine e sveglio tuo figlio!) penso anch'io che le linee curve siano da preferire...aperte o chiuse? Magari delle linee chiuse che si intersecano, si sfiorano, rimbalzano a volte come palle...ecchepalle ora la smetto di scrivere tavanate.
    Volevo salutarti, è da una vita che non ci si sente...stai bene?
    Tanti baci!!

    RispondiElimina
  7. @Zio: ecco, la tua chiusa è perfetta! :D

    @Simo: la geometria filosofica dà opportunità a tutti. un salutone anche a te.

    sì sto bene, ma ho avuto 10gg di blackout con internet. lavori stradali hanno fatto un casino dove abito. ora son tornato...

    RispondiElimina