sabato 20 agosto 2005

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Genesi

prima alba d'una nuova era,
irrefrenabile e precipitata addosso
come un crollo di vita,
dramma della perdita dei giorni precedenti
e rinascita,
sgravio doloroso per un uomo nuovo,
un avvento s'è realizzato,
solo perché egli torna finalmente a se stesso,
libero da miti e paure, spogliato dai dolori
e dai successi precedenti,
il primo giorno è speso in ricordi e ravvedimenti

seconda alba dopo una notte d'incubi insonne
inizia alla ricerca di un corpo adeguato,
il viso è quello vecchio ma manifesta mutamenti,
gli occhi cambiano colore e le pupille sono luminescenti,
ferite lacere e purulenti maculano il corpo
come vulcani eruttivi su un terreno primordiale,
magma infetto color ocra
coagula a rivoli sulla pelle,
l'aria è pregna d'un odore acido
e d'umidità salmastra,
il secondo giorno trascorre tra necessarie suture
e medicazioni dolorose e posticce

terza alba dopo una notte di dolori,
sente il bisogno di lavarsi e mondarsi
anche internamente,
libera l'intestino dell'ultimo pasto e se ne procura di nuovi,
raccogliendo e cacciando alimenti sconosciuti
mai visti prima e subito identificati come commestibili,
ne apprezza la diversità e la forma insolita
ma non ancora il sapore in valore assoluto
come s'apprezza una novità nel menù di tutti i giorni
conformato e variegato su certezze per i sensi,
il terzo giorno è riposo
con godimento e presa di possesso del proprio spirito

quarta alba che abbaglia al primo raggio,
dopo una notte buia e silenziosa priva di rumori e di luce,
sente aria fresca e comincia a guardarsi intorno
scoprendosi circondato da uomini e donne che lo guardano
e che con lo sguardo gli dicono
- tu sia il benvenuto nella terra senza re e senza padroni -
tutto è a disposizione ma nulla è suo o di altri,
il vocabolario in uso è quello noto
ma svuotato della parola proprietà e dei verbi annessi e connessi
come possedere e comandare e il frasario risulta difficile e complesso,
il quarto giorno è apprendimento di una strana lingua
e di una cultura appagante quanto estranea

quinta alba violenta e luminosa,
un'esplosione immediata dopo sogni dettati dall'entusiasmo
e dalla curiosità di sapere quale fede ha quel popolo di cui fa parte,
di conoscere chi ha fondato quella comunità,
spaesato e smarrito in un luogo privo di punti di riferimento personali
o da condividere cogli altri, fino ad incontrare uno sguardo che gli dice
- sei giunto in una comunità senza fondatori e senza santi -
che gli indica che non c'è motivo di emergere dalla massa
o distinguersi dagli altri e nulla occorre cambiare o migliorare,
il quinto giorno è dedicato alla ricerca degli scopi per cui vivere
e all'abbandono della ricerca stessa
per cercare qualcosa da fare con gli altri

sesta alba più chiara e algida del solito
con un bisogno mortale di un'anima gemella con cui esprimersi e riprodursi,
per fondare un rapporto che necessariamente sarà privo di esclusività per entrambi,
in una comunità che ripaga le donne del compito oneroso loro affidato dalla natura
con attenzioni esclusive per gravide e puerpere,
proprio come ogni eccesso di risorsa disponibile
è destinato esclusivamente alle persone deboli o maggiormente esposte
per volontà della natura e della fortuna,
è una comunità esondante cure materne e altruistiche
per persone, animali e ambiente naturale,
il sesto giorno è la scoperta della meraviglia di un mondo dove non è possibile dire cosa è bello e cosa è brutto
perché tutto è incapsulato nella parola Amore e nelle sue gesta

settima alba chiara nitida e semplice
con nubi nere e dense in lontananza consumantisi in tuoni e folgori,
passeggiando su un sentiero di collina tra alberi semispogli
e calpestando foglie secche infracidite dopo il temporale notturno
incontra un vecchio dalla lunga barba bianca che gli dice
- questo luogo non ha morali, né gliene occorrono, né gliene si può imporre -
e questo pare essere il comandamento unico e fondamentale,
ora tutto appare chiaro e anche difficile perché occorre tornare bambino
invero uomo alla quintessenza per godere senza disagio di una comunità come questa,
evidentemente la sola dove la felicità non è elargita da nessuno e nessuno stabilisce quale sia,
il settimo giorno è percezione di unità assoluta fra il sé e l'universo nel ritmo e nei suoni
come Uccelli, che per volare devono solo aprire le ali e poi elevarsi con le correnti della terra, del mare, del cielo.

venerdì 19 agosto 2005

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Pena di morte


Il partito favorevole alla pena di morte è decisamente trasversale. E' trasversale alle nazioni e alle varie forme di governo; è trasversale alle religioni e fra i loro stessi adepti; è trasversale alle culture ed etnie: è trasversale alle opinioni politiche. Posso incontrare facilmente, in ogni gruppo o insieme delle categorie su elencate, persone che pur aggregate da un fattore sociale o etico condiviso si esprimono a favore o contro alla applicazione o applicabilità della pena di morte. E' un fatto riscontrabile facilmente.
E' quindi veramente molto difficile stabilire, ad esempio, se un comunista debba essere favorevole o un fascista contrario; se un italiano debba essere favorevole e un pakistano contrario; se un protestante favorevole e un cattolico contrario; ecc... . Pare proprio che sia sempre possibile trovare validi motivi per essere favorevoli o contrari. Con interpretazioni più o meno sofisticate si riesce sempre a portare il discorso a favore dell'una o dell'altra parte. Occorre allora, per poter valutare bene cosa sia giusto fare, approcciare il problema da una prospettiva nuova, che possa portare chiunque, a prescindere da idee politiche o religiose, a formare una propria coscienza individuale, e solo con quella arrivare ad una scelta.

mercoledì 17 agosto 2005

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Libertà d'opinione

Questo discorso è punto centrale e premessa di tutta la sezione Opinioni, della quale ho deciso di arricchire il mio sito. Questa è l'unica sezione che conterrà solo ed esclusivamente opere mie, e se ne conterrà di altri sarà solo perché le sottoscrivo in modo totale.

Leggendo e riflettendo né più né meno come fanno tante persone, ho costruito per la mia insignificante vita un castello di valori e d'opinioni su tutte le situazioni che, direttamente o meno, mi sono trovato ad affrontare. Giuste o sbagliate che possano essere, queste opinioni io le esprimo talvolta con moderazione, talvolta con ironia e satira anche cattiva e feroce, e ciò in dipendenza di tanti fattori, non ultima la condizione vitale e sociale che vivo nel momento stesso in cui mi accingo a scrivere qualcosa.

giovedì 11 agosto 2005

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Un Angolo d'Universo

Non sono un Uomo.
Le mie cellule, i miei organi e i miei tessuti,
tutti agiscono inconsapevoli, archi e ottoni
di un concerto polifonico, con un inizio e una fine.
L'opera ha le definite sembianze tipiche
della specie umana, un'anima pensante in bassa tensione,
una luce apparente e percepibile da occhi progettati
per determinate lunghezze d'onda: per altri non esisto.


Non sono un Figlio.
Respiro originato da desideri altrui, a me ignoti
sono apparso, emerso tra sangue e dolore in un luogo
che poteva essere un altro, senza nulla togliere.
Al comparire d'esperienza e cognizione s'è recisa
la dipendenza, il cardiaco pulsare propedeutico, d'avvio
e la vita, sovrana e autonoma, è emersa prepotente,
esuberante, egemonizzata da attrazioni, da nuove gravitazioni.


Non sono un Padre.
Il mio seme è stato solo il biologico pretesto
generante l'involucro a esseri viventi, corpi luminosi
già latenti, a materia riassemblata per catturare energie
già esistenti: una trasformazione. Non ho creato nulla.
Non educo ma agevolo, senza imprimere alcunché, senza meta
e senza scorta possibili, volontà preformate nel passato.
E' un prodigio scoprirle in cattività, e poi liberarle nell'Universo.


Non sono un Amico.
Ti incontro per volontà casuale, un incidente tra corpi e menti.
Sono molto egoista, sappilo, senza fraintendermi.
Sei un riflesso: amo conoscerti per conoscermi, mi leggo il pensiero
nei tuoi, mi definisco nei tuoi comportamenti e nei tuoi gesti.
Ho bisogno del tuo corpo per abbracciarlo, della tua mente
per dialogarci, dei tuoi occhi, delle tue esperienze che non posso fare.
Pensando a me stesso sento un bisogno costante, di te e degli altri.


Non sono un Amante.
Amore è una parola eterea, un'invenzione antropocentrica
arrogante che non mi s'addice, che non ha riscontro e se ne ha
si contraddice: nel divenire fisica cessa d'essere intangibile.
Preferisco il sesso chimico, palpabile, il calore del corpo
nudo e ansante, l'odore, il sapore del sudore, il fiato umido.
Compenetrarmi con una donna, saziarla e saziarmene, abbandonare
con lei sensi e pudori, donare il corpo: non c'è altro.


Sono un Angolo d'Universo.
Remoto tra innumerevoli, appena delimitato nel fondo,
chiuso nel definirmi e facile da aggirare, o da ignorare.
Un angolo felice, insieme ai tanti che han compreso
che l'Universo, da noi e da tutti, non s'aspetta
di essere modificato, o peggio migliorato.
L'Universo ha le sue leggi, e si basta da sé.
Posso solo partecipare, con gioia, al suo Grande Gioco.