lunedì 6 dicembre 2004

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L'attesa

Attendo il mare
sulla riva, paziente.
Disegno clessidre col pugno,
librandolo in alto; controvento
cade, arcuandosi, la rena
costante e leggera.

Attendo il flutto che porta
gli umori del mare, con sé,
partecipe della grande volontà,
suo malgrado complice
del mio desiderio, libero
di annusare, toccare, ascoltare.

Ascolto le voci di amici
che non conosco o sono lontani,
che vivono o non più,
sempre presenti,
nella mia mente e nella mia vita;
sono sempre io, e parte di loro.

Respiro i loro affanni,
le loro risa, i loro miasmi,
le loro grida: la memoria
del presente, dell'eterno futuro.
Un pugno divino mi raccoglie
ormai sabbia, parte del tutto.

Un granello come tanti,
invisibile tra innumerevoli e
felice, di toccare ogni granello
dell'universo, toccando i vicini.
E' la gioia solitaria, immensa
di una vita comune.

venerdì 3 dicembre 2004

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Stagioni

Caldo estivo,
ardente, asmatico;
silenzi crepuscolari o
rumori assordanti.
Sabbia inodore, amorfa;
pescato irradiato, putridente.
Silenzio per i vivi?
Ribalta per i morti?

Foglie bronzee cadono,
spogliando i testimoni
dell'oblio trascorso.
Altri testimoni producono
frutti purpurei, plasmati
da larve nutrite.
Vita e morte incrociano,
muovono, asincrone e simbiotiche.

Poi il gelo, salita e ostacolo,
freddo, buio, interminabile.
E' anche pace, immobile
che prepara il divenire;
è studio e contemplazione
che attende un pretesto,
un'occasione, un palcoscenico.
Sopravvive la speranza...

...che arriva
in un volo senza soste,
senza possibilità di cammino.
Non ambisce la felicità
eterna e inattacabile;
cerca e crea ricordi,
gioie effimere, le sole possibili,
le sole vere, le sole spontanee.

La vita è rifiorita.
Ora attende l'estate,
il ripetersi del ciclo,
per poter gioire ancora
della felicità più grande:
la Rinascita di un fiore;
la Forza, fragile,
di una rondine che vola.